le sette approfittano di internet per creare nuovi culti

CITTA’ DEL VATICANO


CEI – Tra le insidie della rete, e soprattutto dei social network, primo fra tutti Facebook, c’è quello delle sette, che sfruttano la rete per conquistare nuovi adepti: lo ha detto il teologo Adriano Fabris durante un convegno della Cei dedicato alla presenza della Chiesa sui nuovi media. Mettendo in guardia dai pericoli della rete, che pure viene considerata dalla Chiesa cattolica una opportunità, Fabris ha affermato che «le sette approfittano di “luoghi virtuali” come Facebook per creare nuovi culti, non a caso a immagine e somiglianza delle grandi religioni, seminando confusione tra tante persone spinte dal silenzio e dalla solitudine a cercare contatti su internet». Tra i pericoli segnalati dalla Cei c’è anche quello di un «esibizionismo deteriore», ma soprattutto un crescente individualismo di cui i social network sono allo stesso tempo, secondo la Chiesa, causa ed effetto.

Assolto dalla Civiltà Cattolica e dall’Osservatore Romano, Facebook resta sotto osservazione da parte della Chiesa Italiana. Un invito alla prudenza nel maneggiare forma di «individualismo interconnesso» come Facebook è arrivato infatti dal portavoce della Cei don Domenico Pompili che ha aperto questa mattina il convegno «Chiesa in rete 2.0» promosso dall’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali e dal Servizio Informatco della Chiesa Italiana. Don Pompili ha rilevato l’esistenza di un «nuovo individualismo che cresce e che il sociologo spagnolo Castells non ha esitato a definire “networked individualism” per evocare singoli che rescindono i legami con il territorio circostante, salvo poi moltiplicare le connessioni, magari su Facebook».

«Non vi è dubbio che ci siano in giro difensori entusiasti del virtuale che tendono a minimizzare il suo impatto, così come vi sono ostinati detrattori del virtuale che vorrebbe descriverlo necessariamente come antitesi all’umano», ha proseguito il sacerdote. «Non vi è dubbio che è cresciuto il rapporto con la Rete, ma la domanda resta: come dobbiamo essere noi stessi, fino in fondo, senza per questo assumere uno stile linguistico desueto, quando non tautologico, cioè ripetitivo?». «Mi chiedo in che modo questo individualismo interconnesso ridisegna il territorio umano e dunque la dinamica relazionale», ha concluso il sacerdote.

le sette approfittano di internet per creare nuovi cultiultima modifica: 2009-01-20T20:51:37+01:00da dio_amore
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